Il Premio Svizzero d’Innovazione 2014 è assegnato a Tr’espace diretto da Roman Müller

Il Premio Svizzero d’Innovazione 2014 è assegnato a Tr’espace diretto da Roman Müller, membro attivo dell’associazione ProCirque, per il suo spettacolo «ArbeiT». Congratulazioni!

cie-trespace-prix-innovation3L’atp assegna il Premio Svizzero d’Innovazione 2014 alla compagnia Tr’espace sotto la direzione di Roman Müller per lo spettacolo  «ArbeiT». Tr’espace riesce a fare il salto dal ring sulla scena della danza e del teatro: con «ArbeiT» Roman Müller e il suo team – principalmente Eve-Anouk Jebejian, Philippe Deutsch und Jani Nuutinen – ha dato vita a un teatro visivo di una bravura artistica mozzafiato e un piacere di ascolto inebriante, una serata a teatro divertente, tra manipolazione di oggetti e un pianoforte a coda. Con minuziosa precisione coreografica Tr’espace genera fantastiche immagini in movimento e sviluppa un universo multiforme in cui gli spettatori vengono rapiti con leggera giocosità.

Tr’espace ci mostra la strada verso una nuova cultura teatrale aperta che abbraccia le diverse forme delle arti dello spettacolo. Punto di partenza della ricerca teatrale di Roman Müller è il Diabolo. Come un giocattolo per bambini caduto nell’oblio, come strumento di un semplice numero di destrezza, come mezzo di espressione nel teatro o nel circo. Tr’espace fissa i parametri affascinando, stupendo, entusiasmando. Si tratta di una nuova dimensione artistica che annulla i confini tra circo classico, varietà e il Cirque Nouveau e che apre le porte alla danza e al teatro.

Tr'espace : ArbeiTDalla costituzione della compagnia nel 2002, Tr’espace si stacca dalle convenzioni e crea uno stile inimitabile che con eleganza e sensibilità si coniuga con una giocosa performance artistica di punta. Con una trilogia attorno al Diabolo, che inizia come atto «Duo Tr’espace» e attraverso il breve brano «RencontreD» conduce al lavoro teatrale «Le Cercle» (Il Cerchio), Tr’espace si è esibito per 10 anni in tutto il mondo. «ArbeiT» (prima rappresentazione nel 2012), marca un’altra pietra miliare: Roman Müller esplora il rapporto tra l’essere umano – l’oggetto – la macchina e visualizza in modo secco la teoria del lavoro con immagini emozionanti, sorprendenti e piene di umorismo.

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